Effetto dell’inclusione di farina di crisalidi di baco da seta nella dieta delle quaglie

Studio pubblicato su “Animal”, rivista accademica internazionale di Bioscience degli animali.

L’articolo qui riportato è frutto del lavoro collaborativo del CREA Agricoltura e Ambiente, laboratorio di gelsibachicoltura di Padova, e dell’Università di Padova (dipartimenti MAPS e DAFNAE).


Effetto dell’inclusione di farina di crisalidi di baco da seta intera o degrassata sulla digestibilità e sul microbioma fecale delle quaglie in ingrasso

Le crisalidi del baco da seta (Bombyx mori L.), sono un sottoprodotto della produzione di seta, che spesso vengono trattate come un rifiuto ed eliminate: questo può creare dei seri problemi ambientali e una perdita di sostanze nutritive altrimenti utilizzabili.

Le crisalidi del baco da seta sono una ricca fonte di proteine e grassi e la farina proteica che ne risulta può essere utilmente utilizzata come mangime per il bestiame, soprattutto le specie monogastriche.
Tuttavia, una delle possibili implicazioni da considerare è che le crisalidi del baco contengono una sostanza bioattiva, la 1-Deoxynojirimycina (1-DNJ), che contrasta l’assorbimento di glucosio nella nutrizione degli avicoli. Quindi, la ricerca qui presentata ha valutato l’inclusione di farina di crisalidi di baco da seta intere o degrassate nella dieta delle quaglie allevate per la produzione di carne sulla digeribilità apparente dei nutrienti, gli effetti sull’ingestione volontaria di cibo e il microbioma fecale.

Per la prova di digeribilità sono state utilizzate un totale di 33 quaglie giapponesi (Coturnix coturnix japonica) di 27 giorni di età, che sono state allevate individualmente in gabbie e hanno ricevuto tre diverse diete sperimentali: la prima consisteva in una dieta di controllo (mangime commerciale per le quaglie da ingrasso), le altre due contenevano l’una il 12,5% di una farina intera di crisalidi di baco da seta, la rimanente la stessa quantità di farina degrassata. In seguito, 37 quaglie di 33 giorni d’età sono state alimentate con le tre diete in questione, per una prova di scelta alimentare per 10 giorni.

Il risultato della prova di digeribilità ha mostrato che l’ingestione e la produzione di feci erano maggiori per le quaglie alimentate con le diete contenenti le crisalidi che con l’altra; Inoltre, la digeribilità apparente di materia secca, materia organica, proteina grezza, grassi, amido ed energia era più bassa nei gruppi di quaglie alimentati con le diete contenenti crisalidi di baco da seta piuttosto che in quello alimentato con la dieta di controllo. Ciò suggerisce una possibile implicazione della chitina e dell’1-DNJ.

Nel test di scelta alimentare, le quaglie hanno preferito la dieta di controllo.

Dall’analisi del microbioma delle feci, si è visto che famiglie di microorganismi quali Streptococcaceae, Eubacteriaceae, Rikenellaceae, e batteri quali Lactobacillus delbrueckii, Aneurinibacillus thermoaerophilus, e Bacillus thermoamylovorans, erano maggiormente presenti nelle feci di quaglie alimentate con diete che contenevano la farina intera di crisalide, piuttosto che la degrassata oppure in quelle di quaglie alimentate con diete di controllo.

Pertanto, questo studio ha dimostrato che per includere con successo la farina di crisalidi nella dieta delle quaglie per ingrasso è necessario superare le criticità digestive legate alla presenza di specifici composti bioattivi come la chitina e l’1-DNJ.


Autori

Antonella Dalle Zotte (a), Y. Singh (a), A. Squartini (b), P. Stevanato (b), Silvia Cappellozza (c), A. Kovitvadhi (d), S. Subaneg (a,d), D. Bertelli (e), M. Cullere (a)

a. Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS) – Università di Padova, Campus di Agripolis
b. Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) – Università di Padova, Campus di Agripolis
c. Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e Analisi dell’Economia Agraria, Centro di Ricerca per l’Agricoltura e Ambiente (CREA-AA), Laboratorio di gelsibachicoltura di Padova
d. Dipartimento di Fisiologia, Facoltà di Medicina Veterinaria – Università di Kasetsart (Bangkok, Thailandia)
e. Dipartimento di Scienze della Vita – Università di Modena e Reggio Emilia


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“Animal – The international journal of animal biosciences”, pubblicata mensilmente dalla Cambridge University Press, è di proprietà della British Society of Animal Science (BSAS), Institut national de la recherche agronomica (INRA) e dell’Associazione Europea per Produzione Animale (EAAP).