

La seta 100% italiana passa anche tra le mani di grandi e piccini, impegnati a sgaetare i bozzoli dei “cavalieri” allevati a maggio.
L’appuntamento è ormai fisso in agenda: a Massanzago (PD) la prima decade di giugno è caratterizzata da un evento che rinnova una antica tradizione impressa nella memoria dei nostri nonni e bisnonni, quando tutte le attività di campagna si fermavano per alcune ore per dedicarsi completamente alla sbozzololatura e spellaiatura dei bozzoli, filati da decine di migliaia di bachi da seta.
Domenica 9 giugno, dalle ore 9:30 fino al primo pomeriggio, il florovivaista Lino Bernardo ha ospitato nell’aia dello storico Molino Baglioni amici, famiglie e appassionati di antiche tradizioni contadine che tra piacevoli chiacchierate e merende ristoratrici, con gesti delicati ma veloci, hanno potuto assistere e anche partecipare in prima persona, “sgaetando” bianchissimi bozzoli di seta.
Ma cosa rende questi bozzoli così interessanti? Oltre a fare da ‘ponte’ tra vecchie e nuove generazioni, permettendo di tramandare conoscenze che altrimenti rischierebbero di andare perdute, quello che li rende speciali sono i vari aspetti legati alla loro provenienza, al loro sviluppo e al loro impiego:
- i bachi da seta che li hanno filati sono nati da uova certificate dal Centro di Ricerca per l’Agricoltura e Ambiente (CREA-AA) – Laboratorio di gelsibachicoltura di Padova, eccellenza del nostro territorio conosciuta ed apprezzata a livello internazionale per la conservazione delle razze di bachi da seta e cultivar di gelso (le cui foglie sono l’unico nutrimento del baco), oltre che per il know-how tecnico-scientifico acquisito in più di 170 anni di storia;
- l’allevamento dei bachi e la coltivazione dei gelsi avvengono secondo criteri etici, sia in ottica di sostenibilità ambientale che di adeguato compenso per tutti i lavoratori coinvolti nella filiera produttiva;
- questi bozzoli, inclusi i sottoprodotti non più considerati ‘di scarto’, diventeranno la materia prima di produzioni destinate a vari mercati, sia tradizionali che innovativi, tra cui tessile e gioielleria di lusso, biomedica, cosmetica, farmaceutica, mangimistica.
Ed è proprio in ottica di innovazione, qualità e tracciabilità della filiera serica che i gelsibachicoltori attualmente impegnati negli allevamenti stanno investendo già da alcuni anni tempo e risorse, anche grazie al sostegno della Regione del Veneto tramite un recente PSR (Piano di Sviluppo Rurale) dedicato allo sviluppo di fonti integrative di reddito per le aziende agricole.
Il progetto “Serinnovation” ha infatti permesso di unire le competenze di imprese di diversi settori, centri ricerca, centri di formazione ed istituti specializzati in economia, formazione e certificazione, che hanno l’obiettivo comune di ottimizzare i processi produttivi e creare un modello sostenibile sia a livello economico che ambientale, competitivo sul mercato e in grado di rispondere alla richiesta crescente di prodotti in seta 100% italiana.
Nel sito www.serinnovation.it è possibile reperire ulteriori informazioni sulle attività del progetto, oltre che su eventi informativi e corsi di formazione per aspiranti gelsibachicoltori.
Quanti sono interessati alla gelsbachicoltura come diversificazione culturale, in particolare i giovani agricoltori, possono fare riferimento al CREA-AA di Padova e a Lino Bernardo, presidente della Rete di Imprese Agricole Bachicoltura Setica e portavoce delle realtà delle province di Padova, Vicenza, Treviso e Belluno che hanno deciso di fare gioco di squadra in questa attività 100% Made in Italy.
Gruppo Operativo PEI-AGRI SERINNOVATION